domenica 26 aprile 2020

Tre microscopici racconti di fantasmi

Tre microscopici racconti di fantasmi. Tempo massimo di lettura: due magici minuti.
Illustrazione di Emanuele Simonelli



Il compleanno di papà

Oggi sarebbe stato il compleanno di mio padre. Tutti gli anni, da quando è morto, usiamo questo giorno per vederci in sogno. Mi domando spesso se sia solo fantasia, un meccanismo puntuale dell’inconscio, comunque la cosa mi diverte, e dai miei fratelli è vista come un dono. Alle volte noto un po’ d’invidia, dicono che sono toccatello. Ma come s’interessano poi, quando racconto che papà mi ha parlato di loro! Comunque oggi è andato tutto a monte. Avevo una riunione importantissima che mi ha messo molta ansia, non ho dormito tutta la notte e mi sono scordato del compleanno. Stavo uscendo di casa per andare alla riunione e mi ha chiamato mia sorella, appunto, per chiedermi del mio colloquio con papà. Ho chiamato subito in ufficio, ho detto a Jerry che non sarei andato alla riunione e mi sono messo a dormire per cercare papà. Niente, per le strade del sogno c’erano solo le donne nude e i cani che mangiano zucchero filato. Nei miei sogni è pieno di questi cani. Mi sono svegliato cinque ore dopo, sul tavolo c’era questo biglietto: “Figlio mio, che ci fai qui a dormire? Ti ho cercato tutta la notte al solito posto pieno di cani, ma non ti ho trovato. Così sono andato dove lavori, ma non eri neanche lì. A proposito, occhio a quel Jerry, è un falso”. 


Il portiere di via Avellino

Il portiere dello stabile di via Avellino, Roma, era morto da due settimane, ma non se n’era accorto. Continuava a cercare di pulire una macchia di grasso nell’androne ma la macchia non andava via, cercava di pulirla ma non veniva via. Le persone passavano ma nessuno lo salutava, come fossero risentite per la macchia. Per un istante gli venne il dubbio di essere un fantasma, ma fece buh al gatto e quello scappò. Continuò a pulire la macchia ma la macchia non andava via, non andava via.


La prospettiva

Avete presente la tenerezza che si prova nell’avere una persona, addormentata al fianco nostro, che si lamenta mentre sogna? Così vi vediamo a voi, noi morti. Qui di fianco che vi agitate per chissà cosa, noi non lo possiamo sapere, ma sorridiamo e a volte vi vorremmo perfino accarezzare.



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